Modifiche Al Silenzio
di Marco Odino
Prologo - due esperti si confrontano:
Professore in camice bianco:
“Il suono è presenza di vibrazioni, il silenzio è non-suono, cioè assenza di
vibrazioni. Mentre è molto semplice esser coscienti di sentire un suono, un
rumore qualsiasi, è invece molto più difficile rendersi conto del silenzio.
L’assenza totale di suono è quasi impossibile da percepire. Richiede infatti una
totale mancanza di onde sonore, condizione irriproducibile in natura.
Oggi noi ricercatori dell’Universitè de la Ville siamo riusciti a riprodurre il
silenzio assoluto. Grazie alla costruzione della più grande camera anecoica del
mondo, completamente isolata dall’ esterno, abbiamo ricreato in questo ambiente
il Silenzio Totale, come un attimo prima che l’Universo stesso venisse creato.
Quindi oggi possiamo finalmente affermare che il silenzio totale esiste!”
Professore in camice nero:
“Il suono è presenza di vibrazioni, il silenzio è non-suono, cioè assenza di
vibrazioni. E’ quindi molto difficile poter affermare di essere in grado di
ascoltare il silenzio.
Recentemente alcuni scienziati dell’Universitè de la Ville hanno tentato di
riprodurre il silenzio assoluto.
Hanno costruito in un sotterraneo sotto la Svizzera la più grande camera
anecoica del mondo, completamente isolata dall’esterno, cercando di ricreare in
questo ambiente il Silenzio Totale, come un attimo dopo che l’Universo stesso
collasserà.
L’esperimento è miseramente fallito: una volta all’interno chiunque sente un
sibilo sordo nelle orecchie, il sangue che pulsa nelle vene e il suo stesso
respiro.
Tra l’altro il tutto più forte che in condizioni normali.
Quindi oggi possiamo finalmente affermare che il silenzio totale non esiste”
§
Il silenzio non è qui (mostra un campanello), il silenzio non è qui,
(mostra l’altro campanello).
Il silenzio è qui. (Mostra la cordicella che tiene uniti i due campanelli).
Ciò che unisce due uguali, è diverso. Altrimenti non li unirebbe, potrebbe solo
annullarli. Potrebbe.
Il suono non è qui (mostra un campanello), il suono non è qui (mostra
l’altro campanello). Il suono è nello scontro, il silenzio è dopo lo
scontro, il silenzio è nell’incontro. Tin! (batte insieme due campanelli).
Piccole modifiche. Vorrei fare solo piccole modifiche ma mi serve un po’ di
vento.
(Si alza il vento)
Ditemi se vi sembra silenzio il rumore del vento… e invece lo è. Il vento è il
suono dello spostamento del silenzio. Nessun rumore, nessun colore, solo
movimento. Quando sentite il vento è solo il silenzio che viene spostato,
portato via di qua, liberato dove servirà. Da piccolo riuscivo a vederlo, il
vento; da piccolo riuscivo a sentirlo portare con sé il silenzio.
A volte mi riusciva una piccola magia: gli correvo incontro ed arrivavo al
centro, avvinto dal vento. (gira su se stesso)
Circondato da un turbinìo di roboante silenzio in perenne mutamento.
Un’estiva, un’estatica, una sufica danza di un bambino, intorno a un alito di
vento, a un soffio di sussurrato silenzio, in tondo, controtempo.
Quando ho smesso di girare, al margine del vortice, mi sono ritrovato avvolto da
una pioggia di rumore, di timore, di rancore; bagnato dal suono del tuono,
assordato da uno sparo disperato, da uno schermo illuminato, dalle grida immonde
di chi crede d’aver in pugno il mondo.
Non avrei mai creduto che da grande avrei visto così piccole le cose.
Tutti parlano ma io non capisco le parole. Le vedo andare via, rotolando su se
stesse, rimbalzando sulle orecchie, senza lasciare traccia, nemmeno sul fango
creato da questa pioggerella di deboli vocaboli.
Tutti parlano ma le parole sono invisibili, si sente solamente un rombo
prepotente e non si vede niente.
Tutti parlano ma le parole sono invivibili si scontrano tra loro annullandosi,
precipitano nel baratro piene di se.
E di ma.
Tutti parlano ma non ascoltano quello che porta il vento.
Ed io vorrei solo fare piccole modifiche.
Mi piacerebbe amplificare il suono del petalo di un fiore per poi scoprire che
fa lo stesso odore ed anche egual rumore. Oppure vedere quanto ci vuole a una
lacrima partire dal cuore e cadere a terra evitando le guance, evitando il
dolore, evitando il clamore… e ascoltarne il fragore.
Vorrei poter registrare il bagliore di uno sguardo. Che frastuono ascoltare le
ciglia festeggiarsi da sole con la luce del sole!
Come farfalle in volo. Basta alzare il volume, ascoltarne l’assolo.
Sarebbero lievi sollievi al silenzio soave che bramo.
Non oserei fare di più, anzi di meno.
Mai ardirei sollevare anche l’ultimo velo all’Anecoico Supremo.
§ §
Ogni manuale di fisica recita quanto segue: (declama)
“Silenzio: la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore; un ambiente che
produca suono inferiore ai 20 decibel è considerato silenzioso”
Venti decibel…….. è sempre una questione di vento…
A parte che qui ci manca un decibellatore per scoprire se siamo a norma di
silenzio od oltre il muro del suono percepito come tale, questa definizione fa
acqua da tutte le parti e non è bagnandoci che risolviamo il problema.
Se abbassiamo il tono, se parliamo più piano, se suoniamo il piano, ma piano
piano, se restiamo ligi sotto la soglia, non è detto che possiamo ”fare
silenzio”. Creare l’inesistente è innaturale, non serve a niente.
Non si può fare silenzio, si può disfare la valigia dei rumori e poi detrarre,
sottrarre, levare, limare, levigare il nostro scafo mentale per non naufragare
in un mare di parole ma per navigare in un oceano senza onde sonore.
Una calma piatta, una bonaccia dell’anima.
Non è un controsenso: più togli rumore e più ne trovi, vai a fondo e trovi uno
sciacquio, lo risciacqui e diventa un fruscìo, un rumore rosa che soffia senza
posa come una brezza ariosa che mai si riposa. Cancelli anche quella e un sibilo
appare, non è più reale ma striscia tra il labirinto e il canale cocleare, tra
l’incudine e il martello e proprio sul più bello si fa spettacolare, un timpano
nel padiglione auricolare! Fa perdere le staffe perchè lo senti solo tu, è il
tuo silenzio che non c’è più, è una pressione acustica gravitazionale
ineliminabile che ti fa finalmente capire che non esiste il buio più buio, il
bianco più bianco e il silenzio più silente, perché anche nel silenzio ci sei
tu, il tuo respiro che fa uh, il tuo cuore che fa tum e il campanello che fa
tin!
(con evidente insofferenza suona i campanelli)
Ed io che volevo fare solo piccole modifiche…
Fisicamente non si può trovare il silenzio, qualcosa sempre ne maschera
l’essenza.
Si nota solo la sua assenza.
§ § §
E’ trascorso un po’ di tempo da quando vi ho parlato del
silenzio. Sono andato dappertutto e ogni tanto mi sono perso. Avrei fatto meglio
a star fermo e trovarmi sempre, ma la vita a volte ti porta a varcare una porta
a volte. Forse ci sono troppe volte.
Adesso ho capito, ci ho messo un po’ ma l’ho capito.
Non puoi sentire il silenzio, puoi solo percepirlo.
In te.
°
Tramonto:
ed è silenzio.
Dopo un giorno, una vita
di sfide e di grida
adesso è calato d’incanto,
con il sole, il silenzio.
Lo ascolto invaghito
del suo vociare muto
come un piccolo ammirato
da un grande prodigio.
Lo osservo seduto
ad occhi chiusi su un tappeto
e lentamente si svela
la memoria, nuda.
Silenzio:
parlano i bambini festanti
con voci allegre e innocenti,
padri e madri sorridono,
si amano, scompaiono.
Parlano i vecchi nei bar
di grandi imprese sportive
d’irreali donne lascìve,
di mogli ancora vive
che tengono per mano, dolcemente.
Parlano le case, le cose,
le piante, gli animali e il vento;
tutti, a modo loro, con sentimento.
Parlano le montagne del Tibet
e i loro immutabili monaci custodi;
tradizioni e usanze,
riti e danze,
da tutto il mondo ci parlano.
Si rivelano per un momento
i misteriosi segni
che ci accompagnano
in questo immobile viaggio.
Parlare, non trovo il coraggio
se penso che nel firmamento
la stella che rappresento
si vede per un breve passaggio
e poi scompare con altre.
Silenzio,
asperrima disciplina
improba anche ai migliori.
E’ facile essere attori,
più arduo saper ascoltare
il nulla che intorno ci appare
asceso per ricordare
che il sole tra poco declina.
Tramonto:
ed è silenzio.
Emettere un suono soltanto
mi fa stare male e mi pento.
Io voglio davvero svanire
in questo fiume irreale
di false e vacue parole,
tanto che non le vorrei dire
ma solo lasciarvele intuire.
Per questo,
per chi ha riso e per chi ha pianto,
per chi m’ha vissuto accanto,
per chi non ho conosciuto
e per questo Universo Immenso
in ginocchio, in ginocchio io resto
in umile silenzio.